25 Feb Una compatta macchina del tempo
Parte fondamentale di ogni team di viaggio di 7milamiglia lontano sono i fotografi, che con le immagini ci trasportano immediatamente tra la polvere delle strade, nella confusione degli zaini di viaggio, nei colori sempre diversi dei volti.
Ma le fotografie, oltre a raccontare le storie del presente, immortalano spesso storie da un passato perduto e come compatte macchine del tempo ci guidano in viaggi che non hanno bisogno di visti e passaporti.
Vi voglio portare con me in uno di questi viaggi, alla scoperta dell’Afghanistan, un paese di una bellezza antica e incontaminata, che purtroppo sarà solo sfiorato dall’itinerario in fuoristrada del viaggio 7milamiglialontano – Ritorno al centro, perché ancora considerato non sicuro per i viaggiatori.
Porta per l’India, questo paese insisteva sull’antica “via della seta” che per secoli ha controllato i traffici tra l’occidente e la Cina; centro di importanti vie commerciali, ma anche di importanti vie migratorie, un vero crocevia di culture molto diverse tra loro gli arabi dal medio oriente, le popolazioni della valle dell’indo arrivate attraverso l’Hindu Kush, i mongoli dal bacino del Tarim e dalle vicine steppe euroasiatiche.
L’Afghanistan è sempre stato una cerniera tra mondi diversi e come tutte le terre di confine non è mai stato univocamente caratterizzato da un solo credo e una sola cultura, ma da quelle dei molti popoli che lo hanno abitato.
Ricordo ancora il giorno in cui sono entrata per la prima volta in quella stanza buia e polverosa che era l’allora “Archivio fotografico” del Museo Nazionale d’Arte Orientale a Roma.
Da ultima arrivata tra gli stagisti ero stata spedita alla ricerca di materiale fotografico riguardante l’Afghanistan per una mostra in allestimento.
Allora l’archivio era un deposito di un centinaio di scatole piene zeppe di fotografie in bianco e nero provenienti dalle più disparate missioni italiane in oriente. Mi ci volle non poco a trovare la scatola giusta, ma bastarono pochi minuti per capire che stavo per fare un’incredibile viaggio nel tempo.
Alessandra Botta
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